Caratteri

«Con un po' di immaginazione un umano può capire la forma mentis di un vampiro pluricentenario, ho potuto verificarlo. Ma un essere che vive da duemila, diecimila anni? Come potremmo pretendere di capire le sue motivazioni?»


«Questo me lo devi proprio spiegare» sbottò il presidente «perché è proprio dal punto di vista evolutivo che voi Tigri Bianche siete un enigma. Apparteniamo alla stessa specie, eppure voi siete tutte femmine, o almeno lo sembrate. E se ho capito bene, per po' avete usato perfino il seme umano, o un suo derivato, per riprodurvi. Vi siete coevolute cogli umani? O magari periodicamente cambiate sesso, come certi pesci? O magari i vostri maschi esistono, dopotutto, ma li tenete nascosti in una catacomba, perché sono piccoli come chihuahua e deboli di salute?»





Sono solo un burattino. Un nessuno con le qualità superficiali del capo-partito, tipo quella di non dimenticare nomi e facce. Eppure sono il burattino di ninfe immortali e, si spera, benintenzionate. Eumenidi, non Furie. Un privilegio impareggiabile. Cosa mi ha condotto su questa strada? Quel che accade accade, tutto qui. Tutte quelle belle cose, l'amministrazione cristallina, le iniziative a favore della collettività, quelle azioni che chiamano eroiche, non sono cose che ho fatto, sono cose che mi sono successe.
Questo non fa di me un uomo cattivo, no?






Tano Pepe si era lasciato dietro la Pennsylvania, dirigendosi arditamente dalla parte opposta del paese. Ma nel viaggio verso la California vide cose che gli piacquero ancora di meno di New York. Comunità ottuse, violente, profondamente ignoranti e barbariche, che trattavano gli estranei, fossero immigrati cinesi o indigeni, con una ferocia disumana, o meglio, tipica degli umani. Non era ancora giunto alla sua meta che già meditava di mettere fine alla sua avventura oltre oceano. Il denaro era quasi esaurito, e di inutili crudeltà era già abbastanza ricca l'Europa, non aveva bisogno di contemplarne altre.
Fu allora, nel gennaio del 1856, che la incontrò.




«Per lei, signore, la cosa dev'essere particolarmente difficile, perché si trova, come dire, a cavallo tra i due mondi. Lei è stato creato con uno scopo, ma ha vissuto a lungo come un umano, come uno che potesse trovare da sé il senso della propria esistenza. Ma cerchi di vedere la cosa dal nostro punto di vista. Noi siamo quello che siamo. Non possiamo pensare noi stesse al di fuori del nostro scopo. Quell'esistenza aperta che per gli umani è bene, per noi sarebbe insopportabile. Ci sentiremmo perdute, inutili. Capisco che dal punto di vista umano le nostre vite possano sembrare delimitate, dimezzate. Vite segnate. Ma per noi è l'opposto. Per noi sono le vite degli umani a essere incomplete e caotiche. Non dico che sia giusto o sbagliato. È solo questo: noi siamo quello che siamo»




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